LO SVILUPPO DELLE EMOZIONI NEL BAMBINO E SPUNTI PER IL SOSTEGNO PSICOTERAPEUTICO

Appunti sviluppati dai lavori di Luigia Camaioni (1999) e Selma Fraiberg (1999), con stralci tratti dall’Infant Observation condotta nel corrente anno (2003)

Le emozioni sono potenti forze organizzative e motivazionali di tutto lo sviluppo umano; generalmente si parla di 7 emozioni fondamentali: gioia, paura, rabbia, tristezza, disgusto, sorpresa, interesse (Ekman e altri, 1972).
Ogni emozione è caratterizzata da tre componenti interdipendenti:
· psicofisiologica (data dalla percezione delle modificazioni fisiologiche; nel caso della paura, il soggetto sente un aumento del battito cardiaco, della respirazione e un aumento della tensione muscolare);
· cognitiva (riguarda i processi  cognitivi-affettivi; un determinato soggetto sa che ciò che sta provando si può definire ‘paura’);
· espressiva-comportamentale (consiste nella componente espressiva e motoria; è grazie a ciò che leggiamo sul volto dell’altro che riusciamo a capire che cosa l’altro sta provando  e di che tipo di emozione si tratta).
Il risultato dell’interazione delle tre componenti determina il tipo di reazione di fronte a uno stimolo.
Ekman e Friesen (cit.) in una interessante ricerca vollero valutare se le emozioni potessero essere considerate innate o acquisite; ne emerse che le interpretazioni delle emozioni hanno carattere universale e la loro espressione ha carattere innato.
Una conferma è venuta da un’altra indagine (Rosenstein e Oster,1981) che ha utilizzato come soggetti sperimentali un gruppo di neonati di due ore di vita: ai piccoli furono somministrate sostanze liquide dai sapori diversi, salato, dolce, amaro, acido; in base alle risposte i neonati manifestarono di essere in grado di esprimere piacere o disgusto di fronte ai sapori dolce/amaro. Questo e altri studi hanno dimostrato che i  neonati di poche ore di vita e i bambini di pochi mesi, sono in grado di esprimere gioia, collera, paura, tristezza, disgusto, interesse, sorpresa.

Infant Observation  (15/10/03,  Elena ha 8 mesi)
E’ l’ora della merenda, frutta omogeneizzata. Ilaria viene accomodata nel girello e la madre, seduta accanto a me, tenta di imboccarla; al primo cucchiaio la piccola fa una espressione come se volesse esprimere: “ma è amara!”, per il secondo ci vorranno più tentativi, la bimba non fa che girare la testa a destra e sinistra ogni volta che vede avvicinarsi il cucchiaio, il terzo finisce  parte sul bavaglino e parte sul ripiano del girello. Più tardi la madre l’attaccherà al seno.

La Tallandini (1999) ha assistito a un comportamento interessante tra due sorelle, che esprime bene la capacità dei bambini di riconoscere le emozioni e di provare empatia. C’è Anna di 2 anni e mezzo che, vedendo piangere la sorella Emilia di 4 anni, le si avvicina e mettendole una mano sulla spalla le dice “Perché una bambina così bella è così triste?”. …

(chi è interessato a leggere l’intero studio può scrivermi a paola@paolaspeziale.it)

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